Tributi news del 22 dicembre 2023
Bilanci dei Comuni, rinvio al 15 marzo – Governo e sindaci divisi sui meccanismi.Bilanci locali, proroga allungata.Processo tributario, ok del Parlamento alla riforma. Parcheggi, esonero Tari limitato.Rifiuti, la tariffazione puntuale si diffonde tra i comuni. In tre anni enti in crescita del 20%, ma al Sud resta ancora sconosciuta. Veneto in pole.
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La lotta fra la riforma che prova a fermare il calendario dei conti locali e la spinta dei sindaci che chiedono i tradizionali tempi supplementari continua. L’ennesima puntata è andata in scena ieri in Conferenza Stato-Città. Chi ha vinto? Difficile dirlo, lo si capirà con il testo del decreto di proroga. Primo punto, a favore degli amministratori locali: il rinvio, ipotizzato due settimane fa al 29 febbraio dopo un lungo tira e molla, si estende e arriva al 15 marzo. Ma sarà per tutti? Qui le interpretazioni divergono. La sottosegretaria all’Economia Sandra Savino, che ha la delega per la finanza locale, al termine della conferenza spiega che «la scadenza per l’approvazione dei bilanci preventivi rimane fissata al 31 dicembre. Questa novità, cui ho personalmente lavorato è un passo fondamentale verso una maggiore trasparenza e responsabilità». Nell’ottica rilanciata da Via XX Settembre il rinvio si inserisce in questo contesto, e sarà «strettamente legato alle motivazioni espresse nei decreti ministeriali – puntualizza Savino -. Gli enti locali non interessati da tali motivazioni dovranno rispettare il cronoprogramma, garantendo l’approvazione del bilancio entro il 31 dicembre di ogni anno.
Bilanci locali, proroga allungata
Ora la nuova data da segnare sul calendario per la chiusura dei bilanci è venerdì 15 marzo. Ma il rinvio teoricamente non sarà per tutti. Per beneficiarne, i singoli enti dovranno verificare di trovarsi nelle condizioni previste dai decreti ministeriali di proroga e dovranno motivare le ragioni del rinvio. Perché la regola generale resta che la scadenza per l’approvazione dei bilanci rimane fissata al 31 dicembre.
Processo tributario, ok del Parlamento alla riforma
Le commissioni congiunte Giustizia e Finanze di Camera e Senato hanno espresso «parere favorevole» al Dlgs contenzioso fiscale. Una fase fondamentale e propedeutica all’arrivo del provvedimento di modifica del Decreto legislativo 546/1992 (Disposizioni sul processo tributario) al Consiglio dei ministri previsto per il 28 dicembre. I relatori – per la Camera gli onorevoli Laura Cavandoli, Lega, commissione Finanze, e Daniela Dondi, Fratelli d’Italia, commissione Giustizia; per il Senato Sergio Rastrelli, Fratelli d’Italia, commissione Giustizia, e Giorgio Salvitti, Civici d’Italia, commissione Finanze – hanno espresso solo «osservazioni». Di conseguenza, il testo base, su cui persistono forti perplessità dei professionisti, passa l’esame.
Parcheggi, esonero Tari limitato
Il concessionario del servizio di parcheggio pubblico è soggetto al pagamento della Tari solo se, oltre alla gestione del servizio, l’amministrazione comunale gli ha affidato anche la detenzione e custodia delle aree destinate a parcheggio. Lo ha chiarito la Corte di cassazione, con l’ordinanza 32215 del 21 novembre 2023. Per la Suprema corte, occorre esaminare le clausole della concessione per stabilire se, “oltre alla gestione del servizio, era stata affidata alla società contribuente anche la detenzione e custodia di tutte o di parte delle aree destinate a parcheggio, sì da potersi considerare sussistente il presupposto impositivo costituito dalla detenzione o occupazione di una “res” suscettibile di produrre rifiuti”, al fine di verificare se si trattava, in concreto, di una vera e propria detenzione con occupazione dell’area ovvero del mero affidamento del servizio di riscossione delle tariffe di parcheggio”. In realtà la Cassazione, con l’ordinanza 19739/2021 e con altre pronunce precedenti, ha sempre sostenuto che i parcheggi a pagamento soggetti alla tassa rifiuti, senza alcun distinguo
Rifiuti, la tariffazione puntuale si diffonde tra i comuni. In tre anni enti in crescita del 20%, ma al Sud resta ancora sconosciuta. Veneto in pole
La tariffazione puntuale della Tari (che lega l’entità del tributo alla quantità di rifiuti prodotti) cresce tra i comuni ma resta ancora quasi sconosciuta al Sud. A livello nazionale in tre anni i municipi che applicano regimi di tariffazione puntuale sono aumentati numericamente del 20% (+18,7% in termini di popolazione) e nel 2022 hanno raggiunto quota 1.117, con una popolazione complessiva di 8.145.205 abitanti, rispettivamente pari al 14,1% dei comuni e al 13,8% della popolazione italiana. Ma questa pratica virtuosa (in primis per gli utenti che pagano meno se inquinano meno) risulta diffusa soprattutto fra i comuni delle regioni del Nord (94% del totale nazionale), sebbene negli ultimi anni anche nel Centro (in particolare in Umbria e Toscana) si registrino segnali numerose sperimentazioni. Nel Sud e nelle Isole, invece, le esperienze rilevate erano e restano ancora pochissime: appena 3 comuni in Sicilia, 2 in Puglia e 1 in Sardegna (Cagliari). Nessun comune in tariffazione puntuale risulta presente in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania e Molise.
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