tributi news del 05 ottobre 2022

Trasformazione digitale, va coperto l’ultimo miglio. Dal Pnrr 517 milioni per l’acqua. Accertamenti, il fisco fa da sé. Sui ruoli è discriminato chi non opera con la p.a.. Gli interessi di mora per ritardi nei versamenti non sono deducibili. Ruderi più che raddoppiati dopo l’istituzione dell’Imu. Ritorno ufficiale in Tari per agriturismi e locali industriali non produttivi.

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Trasformazione digitale, va coperto l’ultimo miglio

Valeria Falce

rileggere i lavori dell’Ocse. In uno studio del 2012 e poi del 2015 piattaforme, dati e IA sono ricondotte alla quarta rivoluzione industriale. Unica nel suo genere perché mentre le precedenti sono state “accese” da una singola tecnologia (macchina a vapore, energia elettrica, computer), la nuova rivoluzione si caratterizza per un insieme di tecnologie che, grazie a internet, si aggregano in modo sistemico. A rimanere sono gli ecosistemi digitali che offrono prodotti e servizi tra loro tecnologicamente connessi e funzionalmente complementari. Resta da coprire l’ultimo miglio. Dare vita a quelle regole, applicarle quando è utile (e non quando è troppo tardi) e soprattutto rafforzare gli enforcers europei e nazionali con le necessarie risorse e competenze.

Dal Pnrr 517 milioni per l’acqua

di Ermanno Comegna

Semaforo verde a 42 progetti riguardanti investimenti strategici nel settore delle infrastrutture irrigue che prevedono una spesa complessiva di 517 milioni di euro. Nell’area del Centro Nord sono 23 i progetti finanziabili, per un importo complessivo di poco superiore a 300 milioni di euro. Per il Sud sono ammessi a sostegno pubblico 19 progetti che cumulano una spesa di 217 milioni di euro. È stato così soddisfatto il requisito che prevede la destinazione territoriale a favore del Mezzogiorno di una quota di risorse non inferiore al 40%.

Accertamenti, il fisco fa da sé

di Andrea Bongi

Accertamenti digitalizzati delle imposte: l’Agenzia delle entrate corre da sola. Nel complesso processo di costruzione e utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale nella lotta all’evasione non ha infatti ritenuto, almeno finora, di coinvolgere i soggetti direttamente interessati ai trattamenti in essere, ovvero la platea dei contribuenti italiani. La mancata acquisizione preventiva delle opinioni degli interessati o dei loro rappresentanti, è confermata dalla stessa Agenzia delle entrate nella nota del 27 luglio scorso trasmessa al Garante per la protezione dei dati Personali. e il Garante privacy, ha ritenuto di dover formulare al proposito un preciso monito all’amministrazione finanziaria. “..che siano raccolte le opinioni dei soggetti a vario titolo coinvolti, quali le associazioni di categoria e gli ordini professionali, che dovranno essere tenute in considerazione ai fini dell’aggiornamento della valutazione di impatto in esame”.

Sui ruoli è discriminato chi non opera con la p.a.

di Ivano Tarquini e Riccardo Trovato

Il divieto retroattivo di impugnazione dei ruoli discrimina l’imprenditore che non opera con la pubblica amministrazione. Ciò perché l’interesse ad agire contro le risultanze dell’estratto di ruolo esiste sostanzialmente quando si ha un pregiudizio versa la p.a. E’ uno dei rilievi che emergono dall’ordinanza della Corte di giustizia tributaria di I grado di Reggio Emilia n. 154 del 20/9/2022 la quale si discosta dalla decisione 26283/22 con cui le sezioni unite della Cassazione hanno dato disco verde alla retroattività dell’applicazione del divieto di impugnazione delle risultanze dell’estratto di ruolo previsto dall’art. 12, comma 4-bis del dpr 602/1973.

Gli interessi di mora per ritardi nei versamenti non sono deducibili

di Dario Deotto e Luigi Lovecchio

Se gli interessi passivi, in termini generali, risultano sempre deducibili nella determinazione del reddito d’impresa, non si può giungere alla medesima conclusione per gli interessi moratori conseguenti al mancato versamento delle imposte, i quali quindi risultano indeducibili. Sono le conclusioni dell’ordinanza 28740/22 della Cassazione.

Ruderi più che raddoppiati dopo l’istituzione dell’Imu

Sono aumentate anche nel 2021 le cosiddette «unità collabenti», vale a dire gli immobili ridotti in ruderi a causa del loro accentuato livello di degrado. Lo ha segnalato Confedilizia, che ha elaborato i dati resi noti dall’Agenzia delle entrate sullo stato del patrimonio immobiliare italiano. Nel 2021, il numero di questi immobili, inquadrati nella categoria catastale F2, è cresciuto del 3,3% rispetto al 2020. Ma il dato più significativo è quello che mette a confronto il periodo pre e post Imu: rispetto al 2011, gli immobili ridotti alla condizione di ruderi sono più che raddoppiati, passando da 278.121 a 594.094 (+ 113,61%). Con tutte le prevedibili conseguenze in termini di degrado delle aree su cui insistono. Si tratta di immobili, appartenenti per il 90% a persone fisiche, che pervengono a condizioni di fatiscenza per il solo trascorrere del tempo o, in molti casi, in conseguenza di atti concreti dei proprietari (ad esempio, la rimozione del tetto).

Ritorno ufficiale in Tari per agriturismi e locali industriali non produttivi

di Stefano Baldoni

La bozza del decreto correttivo al Dlgs 116/2020, presentata alla Commissione europea per il necessario parere, registra alcune significative novità. In primo luogo, lo schema di decreto corregge il trattamento dei rifiuti provenienti dalle attività industriali. La definizione di rifiuto speciale contenuta nell’articolo 184, comma 3, del Dlgs 152/2006 viene modificata per specificare che sono speciali i rifiuti prodotti nell’ambito delle lavorazioni industriali, con esclusione però di quelli prodotti nei locali non funzionalmente collegati alle attività produttive di rifiuti speciali, in particolare nelle mense, uffici, servizi, depositi o magazzini. Ci si allinea quindi sul punto alle posizioni sostenute sia dal ministero della Transizione ecologica, con la nota del 12 aprile 2021, nonché dall’Anutel e dall’Ifel sin dall’uscita del Dlgs 116/2020. La norma dovrebbe quindi chiarire in via definitiva che la mancata inclusione delle attività industriali con capannoni di produzione dall’elenco L-quinquies allegato al Dlgs 152/2006 non pregiudica la tassazione dei locali/aree diversi da quelli strettamente produttivi. In tema di attività agricole si pone rimedio ad una rilevante problematica che generata dall’esclusione dei rifiuti di tutte le attività agricole e connesse dalla definizione di rifiuto urbano, disposta dal Dlgs 116/2020 . Lo schema di decreto correttivo al Dlgs 116/2020 chiarisce che non sono speciali i rifiuti delle attività agricole, ed eccezione di quelli prodotti da agriturismi, fattorie didattiche e spacci aziendali.

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