Tributi news del 23 febbraio 2024

Sentenze tributarie open data. Tributi locali, contraddittorio preventivo escluso sui versamenti. Concordato con contraddittorio. Sanzioni tributarie al restyling. Senza applicazione del favor rei. La circolare blocca la sanzione. L’allarme delle imprese: torna lo spettro Tari per i rifiuti speciali. Tassa di soggiorno, nel 2024 per i Comuni 846 milioni di incassi.

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Sentenze tributarie open data

Banca dati delle sentenze tributarie accessibile anche per i contribuenti. Si va verso l’attuazione del principio fissato nell’articolo 19 della legge delega (legge n. 111/2023) che prevede, nell’ottica di ristabilire una parità fra le parti in giudizio e il diritto alla difesa dei contribuenti, che le sentenze tributarie presenti in forma digitale nelle banche dati della giurisprudenza delle corti di giustizia tributaria, gestite dal ministero dell’economia e delle finanze, siano rese accessibili a tutti i cittadini. In attesa che i decreti attuativi recepiscano il principio di diritto, sarà lo stesso Dipartimento della giustizia tributaria a mettere a disposizione i contenuti della suddetta banca dati. Tutto ciò sulla base di quanto affermato dal direttore generale del dipartimento della giustizia tributaria, Fiorenzo Sirianni, nel corso dell’audizione al Senato del 20 febbraio scorso.

Tributi locali, contraddittorio preventivo escluso sui versamenti

I Comuni possono attuare i principi dello Statuto dei diritti del contribuente con un unico regolamento e con disposizioni prevalenti su quelle dei regolamenti tributari vigenti. È quanto emerge dallo schema di regolamento pubblicato ieri dall’Ifel (fondazione dell’Anci), composto da 20 articoli. Il prototipo di regolamento passa in rassegna gli istituti previsti dal nuovo Statuto (legge 212/2000). 1 accertamenti per omesso, insufficiente o tardivo versamento, se la quantificazione dipende dalla dichiarazione del contribuente o da dati nella disponibilità dell’ente (ad esempio, dati catastali, informazioni reperibili dal Punto Fisco eccetera); 2 accertamenti per omesso, insufficiente o tardivo versamento conseguenti ad avvisi bonari già comunicati al contribuente; 3 rigetto, anche parziale, delle richieste di rateazione; 4 provvedimenti di decadenza dal beneficio della rateazione per mancato pagamento di due rate anche non consecutive nell’arco di sei mesi; 5 rifiuto espresso o tacito della restituzione di tributi non dovuti; 6 intimazione di pagamento, nonché ogni atto relativo alle procedure di riscossione coattiva conseguenti ad atti già notificati al contribuente; 7 rigetto delle istanze di autotutela obbligatoria o facoltativa; 8 ogni altro atto la cui determinazione del tributo derivi da dati certi e nella disponibilità dell’ente (ad esempio, per le omesse dichiarazioni Tari laddove la superficie è ottenibile dalle risultanze catastali).

Concordato con contraddittorio

Contraddittorio e accertamento con adesione vanno a braccetto. Negli atti soggetti al contraddittorio preventivo l’ente locale deve comunicare al contribuente che ha facoltà di presentare, oltre alle controdeduzioni sullo schema di atto notificato, anche l’istanza di accertamento con adesione. L’interessato può farne domanda entro 30 giorni. Può però riservarsi di proporre il concordato anche dopo la notifica dell’atto finale, entro i successivi 15 giorni. In quest’ultimo caso il termine per ricorrere è prorogato di 30 giorni. Tuttavia, se ha fatto istanza dopo la notifica dello schema di atto e la questione che forma oggetto del contendere non ha un esito positivo, l’istanza di adesione non può più essere riproposta. Le nuove disposizioni sull’accertamento con adesione si applicheranno a partire dal prossimo 30 aprile. Lo prevede il decreto delegato sull’accertamento (dlgs n.13/2024) pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.43 del 21 febbraio.

Compensazione con avvisi bonari

Compensazione dei crediti vantati verso la Pubblica amministrazione con i debiti emergenti negli avvisi bonari. I crediti, però, devono essere non prescritti, liquidi ed esigibili e certificati mentre la compensazione, che comprende anche le sanzioni e gli interessi, dovrà essere preceduta da una specifica istanza del contribuente. Questi i contenuti del nuovo art. 28-sexies, da inserirsi all’interno del dpr 602/1973, come introdotto nella bozza di decreto legislativo di riforma della disciplina sanzionatoria, ai sensi dell’art. 20 della legge delega (legge 111/2023). È previsto, innanzitutto, che i termini e le modalità di attuazione delle disposizioni introdotte siano stabiliti con apposito decreto del ministro dell’economia e delle finanze da emanare entro centottanta giorni dall’entrata in vigore del provvedimento citato, tenendo conto che la compensazione deve essere trasmessa e certificata mediante la piattaforma telematica dell’Agenzia delle entrate.

Sanzioni tributarie al restyling. Senza applicazione del favor rei

Sono numerose le novità in tema di sanzioni che emergono dallo schema di decreto legislativo approvato in esame preliminare dal Consiglio dei Ministri del 21 febbraio 2024. Si prevede una generale riduzione delle sanzioni amministrative, l’eliminazione del principio della personalizzazione anche alle violazioni commesse da società e enti privi di personalità giuridica, la revisione della disciplina della recidiva e delle continuazioni, prevedendo la possibilità di applicare il cumulo giuridico anche in sede di ravvedimento. E ancora, la revisione dei profili sanzionatori per quanto concerne gli omessi versamenti e le indebite compensazioni, ferma restando la maggiore rilevanza di comportamenti fraudolenti e recidivi. Le nuove misure delle sanzioni amministrative si applicano alle violazioni commesse successivamente alla data di entrata in vigore del decreto, quindi senza applicazione del favor rei.

La circolare blocca la sanzione

Niente sanzioni ai contribuenti che si adeguano entro 60 giorni alle indicazioni fornite dall’agenzia delle entrate nelle circolari presentando dichiarazione integrativa e versando le eventuali maggiori imposte dovute. La depenalizzazione scatterà solo se la violazione (teoricamente) commessa dal contribuente reo di aver compiuto valutazioni di carattere fiscale diverse rispetto a quanto successivamente stabilito dall’agenzia delle entrate con successive circolari o consulenze, “sia dipesa da obiettive condizioni d’incertezza sulla portata e sull’ambito di applicazione della norma tributaria”. Questa è una delle novità contenute nella bozza del dlgs. attuativo della delega fiscale (legge 111/2023) relativo ai principi ed ai criteri di revisione del sistema sanzionatorio tributario, amministrativo e penale approvato il 21 febbraio 2024 dal consiglio dei ministri.

L’allarme delle imprese: torna lo spettro Tari per i rifiuti speciali

Torna lo spettro della Tari sui rifiuti speciali di aree industriali. Con una doppia penalizzazione: sia in termini tributari sia in chiave di mancata valorizzazione degli sforzi delle aziende per stimolare l’economia circolare. A lanciare l’allarme sono le imprese aderenti a Confindustria, che sta raccogliendo le segnalazioni dai territori sugli avvisi di accertamento in arrivo da diversi Comuni relativi al 2020 e agli anni precedenti (per i periodi d’imposta ancora aperti). Il problema, dunque, riguarda il (recente) passato. La strada per riportare certezza del diritto passa, quindi, da un nuovo intervento normativo. Da qui la richiesta che arriva dalle imprese di una norma di interpretazione autentica (e quindi applicabile anche al passato), che escluda l’applicabilità al passato della possibilità di chiedere il conto della Tari.

Tassa di soggiorno, nel 2024 per i Comuni 846 milioni di incassi

Una manna per i comuni turistici. È la tassa di soggiorno che quest’anno raggiungerà il gettito record di 846 milioni. Nel 2023 il migliaio di comuni italiani che adottano questa tassa pagata dai villeggianti che soggiornano in hotel e strutture extra alberghiere hanno incassato complessivamente 790 milioni con un aumento di oltre un quarto rispetto l’anno precedente quando si arrivò a 628 milioni. Per quanto riguarda le destinazioni su tutte svettano le città d’arte con il gradino più alto del podio alla Capitale. Seguono Firenze, Milano, Venezia e Napoli che ha visto crescere di un terzo il gettito. È quanto rivela l’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno realizzato da Jfc, società di marketing territoriale che ha raccolto i dati dalle amministrazioni locali e dalla piattaforma Siope, e Il Sole-24 Ore è in grado di anticipare.

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