Tributi News del 24 febbraio 2023

Credito di imposta Imu, domande entro il 28 febbraio. Stallo sui fondi 2023 ai Comuni: rischio (mini)tagli per 3.400 enti. Un comitato tecnico-scientifico di 38 esperti per la determinazione dei Livelli essenziali. Mini cartelle, stralcio ampio. Pace fiscale, tutte le ricadute sui bilanci degli enti locali. Notifica, l’appello tardivo non sana nullità. Aree produttrici di rifiuti speciali soggette alla parte fissa della Tari. Sì al passo carrabile davanti a una vetrina.

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Credito di imposta Imu, domande entro il 28 febbraio.

di Annarita D’Ambrosio e Franco Vernassa

Dopo il via libera della Commissione Ue il 21 giugno dello scorso anno restano solo pochi giorni alle imprese turistiche ritardatarie per fruire del credito d’imposta del 50% per l’Imu versata a titolo di seconda rata dell’anno 2021 per gli immobili rientranti nella categoria catastale D/2 nei quali è gestita l’attività. Con il provvedimento 356194/2022 l’agenzia delle Entrate ha definito il 16 settembre 2022 le modalità, i termini di presentazione e il contenuto dell’autodichiarazione attestante il possesso dei requisiti e il rispetto delle condizioni e dei limiti previsti dalle sezioni 3.1 e 3.12 del Temporary framework. L’autodichiarazione va inviata con modalità telematiche, direttamente dal contribuente o attraverso intermediario, entro il 28 febbraio 2023.

Stallo sui fondi 2023 ai Comuni: rischio (mini)tagli per 3.400 enti.

di Gianni Trovati

Un vertice ieri fra il presidente dell’Anci Antonio Decaro e la sottosegretaria all’Economia Sandra Savino, è servito ieri per garantire «l’impegno del governo a sostenere i Comuni e garantire loro le risorse necessarie per svolgere le loro attività», come ha voluto sottolineare la titolare della delega alla finanza locale al Mef. Ma nulla ha potuto per sbloccare lo stallo sulla distribuzione del fondo di solidarietà comunale 2023: perché per risolvere il problema servono fondi, che al momento non ci sono. Non si tratta di cifre stratosferiche. Gli amministratori locali lamentano la mancata replica del fondo da 50 milioni per sostenere i piccoli Comuni, oltre alla mancata compensazione integrale dei “tagli ombra” prodotti dagli effetti di vecchie norme.

Un comitato tecnico-scientifico di 38 esperti per la determinazione dei Livelli essenziali.

di Giovanni Galli

Si mette in moto la macchina che porterà alla determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni. E’ stato, infatti, istituito il Comitato tecnico scientifico che aiuterà la cabina di regia prevista dalla legge di bilancio 2023 a predisporre i dpcm che definiranno i Lep e i relativi costi e fabbisogni standard. Il Comitato è composto da accademici (costituzionalisti, amministrativisti ed economisti) e rappresentanti delle istituzioni a cui spetterà avanzare proposte per l’individuazione delle materie da includere tra i livelli essenziali delle prestazioni.

Mini cartelle, stralcio ampio.

di Sergio Trovato

T ermini più ampi e opzioni diverse per l’annullamento dei ruoli degli enti locali fino a mille euro, consegnati all’agente della riscossione dal 2000 al 2015, limitatamente agli interessi e alle sanzioni dovute dai debitori. Viene prorogata, infatti, dal 31 gennaio al prossimo 31 marzo la scelta di aderire o meno al saldo e stralcio parziale. Considerato che l’annullamento parziale è automatico, è necessario comunicare all’Agenzia delle entrate-riscossione di rinunciare e le relative delibere vanno pubblicate sui siti istituzionali delle amministrazioni locali. Entro lo stesso termine, inoltre, possono decidere di aderire alla definizione totale degli stessi ruoli, rinunciando anche alla quota capitale, come già previsto per i tributi erariali. Lo prevede l’articolo 3 bis del dl “Milleproroghe” (198/2022), che in sede di conversione in legge apporta delle modifiche alle disposizioni contenute nella manovra di bilancio (legge 197/2022).

Pace fiscale, tutte le ricadute sui bilanci degli enti locali.

di Elena Masini

Per gli enti locali alle prese con l’attività di riaccertamento ordinario dei residui è arrivato il momento di fare i conti con gli effetti, sul rendiconto dell’esercizio 2022, delle disposizioni contenute nella legge di bilancio sulla “pace fiscale” con il contribuente (commi 185-252 della legge 197/2022). L’attivazione da parte del contribuente della definizione agevolata del contenzioso tributario pendente porterebbe solo vantaggio all’ente, in quanto consentirebbe di incassare risorse congelate fino a conclusione della controversia. Entro il 31 marzo prossimo (grazie alla proroga contenuta nella legge di conversione del Dl 198/2022) gli enti potranno decidere se aderire o meno a tale opportunità, fermo restando che in caso di inerzia dell’ente, la stessa trova automatica applicazione.

Notifica, l’appello tardivo non sana nullità.

Benito Fuoco e Nicola Fuoco

L a nullità della notifica dell’appello non viene sanata dalla costituzione in giudizio dell’intimato oltre i termini consentiti per impugnare la sentenza; la sanatoria prevista dall’articolo 156 del c.p.c. per raggiungimento dello scopo, infatti, non si verifica quando la costituzione in giudizio della controparte avvenga oltre il “termine lungo” per impugnare la sentenza che, pertanto, si sia resa definitiva e passata in giudicato. Lo ha stabilito la sezione quinta della Cassazione nell’ordinanza n.817/2023 del 12 gennaio scorso. La vertenza tratta di una sentenza emessa dalla Commissione tributaria provinciale nei confronti di una società a responsabilità limitata di Sansepolcro (AR).

Aree produttrici di rifiuti speciali soggette alla parte fissa della Tari.

di Luigi Lovecchio

È soggetta alla parte fissa della Tari la superficie degli stabilimenti industriali che producono prevalentemente rifiuti speciali. Sono inoltre rifiuti speciali sia gli imballaggi terziari sia quelli secondari, qualora il comune non abbia provato l’attivazione della relativa raccolta differenziata. Lo afferma l’ordinanza 5578 della Corte di cassazione, depositata il 23 febbraio, ribadendo un criterio di diritto potenzialmente dirompente, quanto non condivisibile.

Sì al passo carrabile davanti a una vetrina.

di Filippo Di Mauro e Guglielmo Saporito

Contrasti sui passi carrabili: due recenti sentenze sembrano autorizzarli anche a servizio di locali non catastalmente classificati come autorimesse o box (C6). Il Tar Liguria ha deciso sulla richiesta di un divieto di sosta davanti alla vetrina di un immobile di categoria C 1 (negozio), bocciata dal Comune di Genova perché l’articolo 46 del Regolamento di esecuzione del Codice della strada consente di ottenerlo solo a chi deve accedere a un’area laterale idonea allo stazionamento o alla circolazione dei veicoli. C’era anche un problema di dimensioni della porta di accesso. Così l’ente locale aveva escluso che sussistessero esigenze di accesso riservato. Ma il Tar (sentenza 900/2022) ha ritenuto possibile autorizzare il passo carrabile anche a servizio di un immobile che non appartenesse alla specifica categoria catastale delle autorimesse e quindi non avesse la correlativa destinazione d’uso.

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