tributi news del 17 giugno 2022
A fine legislatura e con una maggioranza anomala non si può fare una coerente riforma fiscale sulla casa, con delega. P.a. digitale, bandi da 145 mln. La risoluzione 4/DF, tre le modalità di costituzione del capitale delle società. Dichiarazione Imu al restyling. Imu, mini-sanzioni per i ritardi. Spese di giudizio liquidate solo alla parte. L’Anutel scrive all’Agcom. Canone unico, molti gestori di telefonia mobile eludono il pagamento – La segnalazione di Anutel all’Authority.
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A fine legislatura e con una maggioranza anomala non si può fare una coerente riforma fiscale sulla casa, con delega
di Giorgio Spaziani Testa
la nuova impostazione della revisione catastale (comma 2 dell’articolo 6), che, opportunamente, non dispone più l’attribuzione alle unità immobiliari di un valore patrimoniale ma prevede il criterio reddituale, pur in parte impropriamente derivando il reddito dal valore e con il pericoloso inserimento di una non meglio precisata «consultazione» della banca dati Omi (l’Osservatorio sul mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate): una banca dati che contiene, secondo quanto dichiarato dalla stessa Agenzia, «indicazioni di valore di larga massima» su compravendite e locazioni, che non si comprende che cosa abbiano a che vedere col catasto. L’ideale, va ribadito, sarebbe stato il mantenimento del solo comma 1 dell’articolo 6, quello che riguarda le regolarizzazioni catastali, ma Palazzo Chigi ha preteso che la delega comprendesse anche la revisione, insistendo nella forzatura compiuta già all’atto della presentazione del disegno di legge, il cui contenuto è in contrasto con la volontà espressa dal Parlamento nel giugno del 2021 proprio per via dell’inclusione della parte sul catasto. Pensare a una riforma fiscale, per di più a fine legislatura e sotto forma di delega, con una maggioranza che va dalla Lega a Leu, è un controsenso. E la vaghezza, e la conseguente pericolosità, dell’articolato all’esame del Parlamento ne è la riprova.
P.a. digitale, bandi da 145 mln
di Massimiliano Finali
Grazie a una dotazione complessiva di 145 milioni di euro nell’ambito del Pnrr, aziende sanitarie locali e ospedaliere, enti regionali, università, province, pubbliche amministrazioni centrali e istituzioni per l’alta formazione possono ottenere un sostegno per adottare la piattaforma “pagoPA”, adottare l’app “IO” e sviluppare l’utilizzo dell’identità digitale “Spid – cie”.
La risoluzione 4/DF, tre le modalità di costituzione del capitale delle società
di Tommaso Ventre
Orbene la risoluzione n. 4/DF del 26 maggio 2022 dovrebbe, come specificato nel suo incipit fornire chiarimenti in ordine alla circostanza se “l’aumento gratuito di capitale realizzato attraverso la destinazione di utili non distribuiti o di altre riserve statutarie soddisfi il dettato normativo”. Tale risoluzione sembrerebbe essere il provvedimento annunciato in sede di risposta ad interrogazione parlamentare dell’On. Ferri, in data 1 dicembre 2021, quando è stato affermato che “In ordine alla capitalizzazione di utili non distribuiti questo Ministero, ove richiesto con singoli quesiti, ha già dato il proprio avviso in ordine alla legittimità della procedura. Ciò precisato il Dipartimento delle finanze assicura la disponibilità a procedere alla redazione di una nota a carattere generale che chiarisca tale punto”. Tuttavia, alla questione degli utili non è data esplicita risposta nel testo del documento di prassi. Ed anzi dalla lettura dello stesso la risposta potrebbe al più essere interpretata come negativa. Infatti la risoluzione, dopo avere richiamato un obiter dictum del Tar Lazio, Sez. II, n. 9157/2021 secondo cui la norma avrebbe la ratio di fornire “la garanzia di una solida capacità economica e di solvibilità” sostiene che il quadro normativo”non pare vietare l’equiparazione dei versamenti in denaro effettuati antecedentemente all’aumento di capitale dai soci a diverso titolo, ai versamenti effettuati in adempimento di un aumento di capitale oneroso” precisando che “non v’è ragione di escludere aumenti di capitale con riserve costituite a fronte di apporti in denaro effettuati dai soci”. Non si comprende il perché non sia stata formulata una risposta univoca e puntuale al quesito posto mentre poi che invece sono richiamate una serie di fattispecie interessate dal chiarimento prevedendo che “potranno essere utilizzate le riserve per versamenti effettuati dai soci come, a titolo d’esempio, i versamenti in conto capitale, le riserve da soprapprezzo azioni, e tutte quelle riserve per le quali sia possibile attestare incontrovertibilmente, documentando ciò nella delibera assembleare, la provenienza da precedenti versamenti in denaro affluiti nelle casse sociali” e precisando “che sono ammessi gli aumenti di capitale effettuati a seguito della costituzione di riserve derivanti da rinuncia ai crediti da parte dei soci, purché, anche in tal caso, risulti documentato dalla delibera di aumento il precedente versamento in denaro oggetto di rinuncia”. Insomma dal tenore complessivo della risoluzione e dal suo inquadramento sistematico sembrerebbe ammissibile l’operazione di utilizzo degli utili non distribuiti, anche nella prospettiva analogica dell’interpretazione dell’ultimo periodo appena richiamato concernente la rinuncia ai crediti. Ma è necessario un importante sforzo esegetico per giungere alla comprensione ed all’applicazione del chiarimento.
Dichiarazione Imu al restyling
di Sergio Trovato
il legislatore con il dl “Semplificazione”, approvato mercoledì scorso dal consiglio dei ministri, ha rinviato la scadenza per la presentazione al prossimo 31 dicembre, per dar tempo agli interessati di adeguarsi alle nuove regole.
Imu, mini-sanzioni per i ritardi
di Sergio Trovato
Tempo scaduto per il pagamento della prima rata Imu senza sanzioni e interessi. Ieri, infatti, era l’ultimo giorno utile per versare l’imposta nei termini. Per i ritardatari, però, è possibile rimediare agli errori, pagando il dovuto con interessi e mini sanzioni. La stessa chance è offerta a coloro che hanno sbagliato i calcoli, pagando meno del dovuto. I contribuenti, titolari di fabbricati, aree edificabili e terreni, che per qualsiasi motivo non hanno pagano in tutto o in parte l’acconto Imu, possono ravvedersi versando una sanzione ridotta. Si possono condonare le violazioni commesse nei tempi previsti dalla legge. Si va da una mini sanzione dello 0,1% per ogni giorno di ritardo fino a 14 giorni dalla scadenza, vale a dire fino al prossimo 30 giugno, fino ad arrivare a una sanzione più elevata del 5% (1/6 del 30%), se la violazione viene regolarizzata oltre due anni da quando è stata commessa.
Spese di giudizio liquidate solo alla parte
Le spese di giudizio sono liquidate dal giudice esclusivamente a beneficio della parte. Non vanno, quindi, a maggiorare il compenso del legale, laddove in via preventiva fosse stato determinato contrattualmente per importi inferiori. La conferma arriva da un inciso significativo della sentenza della Corte costituzionale 26 maggio 2022, n. 128, che ha ritenuto non incostituzionale l’articolo 9, comma 1, del d.l. 90/2014, ai sensi del quale è stato posto il tetto ai compensi dei legali delle pubbliche amministrazioni.
L’Anutel scrive all’Agcom
Sull’applicazione del canone unico patrimoniale alle occupazioni di suolo pubblico realizzate dalle aziende di tlc, l’Anutel scrive all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Il nuovo tributo, istituito a decorrere dal 2021 dalla legge di bilancio 2020, prevede la soggettività passiva per via mediata delle aziende che erogano pubblici servizi utilizzando infrastrutture di altri soggetti. Ma, ha osservato l’Anutel, dall’analisi dei primi dati forniti dai comuni, “è evidente che la norma non sia stata ancora correttamente recepita dalle aziende di telecomunicazioni”. Nella maggior parte dei casi non c’è infatti traccia delle dichiarazioni, tanto meno dei versamenti, segno della evidente difficoltà degli enti locali nel garantire un corretto controllo e assolvimento degli obblighi.
Canone unico, molti gestori di telefonia mobile eludono il pagamento – La segnalazione di Anutel all’Authority
di Giuseppe Debenedetto
Le aziende di telecomunicazioni che erogano il servizio «in via mediata», cioè utilizzando infrastrutture di altri soggetti, nella maggior parte dei casi non hanno presentato alcuna dichiarazione né tantomeno effettuato il versamento del nuovo canone unico patrimoniale, che dal 2021 ha sostituito l’intero comparto dei tributi minori (Icp, Tosap, eccetera). Lo segnala l’Anutel (Associazione nazionale uffici tributi enti locali) con una nota inviata all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), evidenziando le difficoltà degli enti locali nell’effettuare i dovuti controlli e chiedendo all’Agcom di mettere a disposizione le banche dati degli operatori e dei gestori di infrastruttura.
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