Tributi News del 12 marzo 2024

Riscossione, magazzino out. Debiti fiscali, rateazioni lunghe. Accertamento esecutivo ampio. Riscossione, doppia via per le rate: subito a dieci anni per chi è più in crisi. Le rate sospendono la prescrizione per gli altri debitori. Imposta di soggiorno, elenco dei Comuni turistici a esclusiva discrezione della Regione.

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Riscossione, magazzino out.

di Cristina Bartelli

Magazzino della riscossione delocalizzato. L’enorme bacino di oltre 1.200 mld di crediti giacenti sarà smantellato da successivi provvedimenti legislativi, con una tabella di marcia di sei anni, dal 2025 al 2031. Mentre, per quelli che si andranno a stratificare, arriva il discarico automatico. Dopo cinque anni l’Agenzia delle entrate-Riscossione restituisce al mittente i ruoli di difficile reperibilità che andranno dunque ad alimentare nuovi magazzini degli enti originari che potranno a loro volta ripercorrere la strada della riscossione (si veda altro articolo in pagina). Mentre sui piani di rateazione, per i debiti fino a 120 mila euro, si procederà a tappe per l’aumento delle rate, avendo la ragioneria posto il veto all’innalzamento dal 2025 a 100 tranche.

Debiti fiscali, rateazioni lunghe.

di Fabrizio G. Poggiani

P iani di rateizzazione più lunghi per saldare i debiti con il Fisco. Su richiesta del contribuente che “dichiara” di versare in temporanea situazione di “obiettiva difficoltà”, l’Agenzia delle entrate-riscossione concede la “ripartizione del pagamento delle somme iscritte a ruolo, di importo inferiore o pari a 120.000 euro”, fino a un massimo di: 84 rate mensili, per le richieste presentate negli anni 2025 e 2026; 96 rate per quelle presentate nel 2027 e 2028; 108 rate per le pratiche a decorrere dal 1° gennaio 2029. Per le somme di importo superiore a 120.000 euro, invece, sono previste “fino ad un massimo di centoventi rate mensili, indipendentemente dalla data di presentazione della richiesta”.

Accertamento esecutivo ampio.

di Duilio Liburdi e Massimiliano Sironi

Disciplina dell’accertamento esecutivo a tutto campo: con il decreto di riforma della riscossione, le misure già previste, si ampliano ad altre fattispecie quali, in particolare, gli atti di recupero dei crediti e le sanzioni tributarie. È questo l’obiettivo che pare di cogliere alla luce di quanto previsto dall’articolo 13 della bozza di decreto di riforma della riscossione, provvedimento il cui aspetto principale appare però essere quello legato alla disciplina della rateazione delle somme affidate all’Agenzia della riscossione.

Riscossione, doppia via per le rate: subito a dieci anni per chi è più in crisi.

di Marco Mobili e Gianni Trovati

Estensione decisa degli accertamenti esecutivi per accelerare gli incassi delle tasse non versate spontaneamente; semplificazione e ampliamento delle rate per venire incontro ai contribuenti in difficoltà; data di scadenza quinquennale degli atti di accertamento per interrompere la crescita costante del magazzino degli arretrati; e uno scudo erariale per provare a liberare l’attività di riscossione dalla paura del processo contabile. La riforma della riscossione approvata ieri in prima lettura dal consiglio dei ministri tenta una riscrittura a tutto campo del sistema di obblighi e tutele che guidano l’attività di recupero di tasse e contributi, in particolare sul terreno delle azioni coattive che scattano quando i contribuenti non si presentano puntuali all’appuntamento con la cassa. In 17 articoli, il decreto attuativo di uno dei capitoli più delicati della delega fiscale tenta una riforma complessiva che muove da due presupposti: il sistema adottato fin qui non funziona, avendo creato nel conto degli arretrati numeri decisamente più consistenti di quelli assicurati nelle liste degli incassi effettivi, e accanto agli strumenti più affinati nel contrasto all’evasione vera e propria occorrono aiuti maggiori per evitare la cosiddetta evasione da riscossione, che si verifica quando i contribuenti presentano le dichiarazioni ma poi non riescono a pagare il conto.

Le rate sospendono la prescrizione per gli altri debitori.

di Luigi Lovecchio

La pendenza di una procedura di rateazione nei confronti di uno dei debitori sospende i termini di prescrizione anche nei confronti degli altri condebitori. Lo schema di decreto completa il set delle nuove regole in materia di recupero nei riguardi dei coobbligati (ad esempio, soci di società di persone per i debiti della società), sia paritetici che dipendenti, introdotte con la riforma dello Statuto del contribuente, in vigore dal 18 gennaio scorso. Nella disciplina antecedente la riforma, secondo l’orientamento di Cassazione era sufficiente che l’atto impositivo fosse inviato nei termini di decadenza solo nei riguardi di uno dei coobbligati. Gli altri potevano essere raggiunti dagli atti di recupero forzato nei più ampi termini prescrizionali (10 anni). L’articolo 7-sexies dello Statuto del contribuente (legge 212/2000) ha, invece, stabilito che gli effetti della notifica degli atti tributari si producono solo nei riguardi dei destinatari degli stessi e non anche nei confronti dei coobbligati. Questo significa che il Fisco, se vorrà aggredire tutti i condebitori, dovrà notificare gli atti (cartelle o accertamenti esecutivi) negli ordinari termini decadenziali, alla totalità dei soggetti interessati. In considerazione di tale mutato assetto legislativo, che richiede per l’appunto che il rispetto dei termini sia verificato individualmente nei confronti di ogni soggetto passivo, la bozza di decreto prevede che, qualora uno dei condebitori chieda la dilazione all’agente della riscossione, il principio della sospensione dei termini prescrizionali operi nei confronti di tutti gli altri.

Imposta di soggiorno, elenco dei Comuni turistici a esclusiva discrezione della Regione.

di Giuseppe Debenedetto

È rimessa all’esclusiva valutazione delle Regioni l’individuazione delle località turistiche ai fini dell’istituzione dell’imposta di soggiorno, consentendo di escludere dall’elenco solo i Comuni che non hanno strutture ricettive. Lo ha deciso il Consiglio di Stato con la sentenza n. 1955/2024 ritenendo legittimo l’operato della regione Lombardia che nel 2020 ha individuato 1081 Comuni turistici su 1506 totali esistenti nella Regione. In precedenza, la stessa Regione si era vista annullare dal Tar Milano la delibera del 2018 che aveva individuato “tutti” i Comuni della Lombardia come Comuni turistici o Città d’arte (sentenza n. 2525/2020).

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