Tributi news del 14 luglio 2023

Algoritmi, troppi i falsi positivi. Imu, il nudo proprietario libera il titolare del diritto di abitazione. La Tari si prescrive in 5 anni. L’imposta di soggiorno esclude la detrazione. Imposta di soggiorno, il portale telematico delle prenotazioni non è responsabile del pagamento.

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Algoritmi, troppi i falsi positivi

Troppi falsi positivi negli algoritmi del fisco. Risultano ancora troppo elevate le percentuali di atti di accertamento, esiti delle liquidazioni automatizzate delle imposte, comunicazioni di irregolarità e, più in generale, degli inviti all’adempimento spontaneo inviati ogni anno dall’Agenzia delle entrate ai contribuenti italiani che risultano errati. Molti di questi vengono corretti o annullati in autotutela, su iniziativa del contribuente, dalla stessa amministrazione finanziaria. Altri invece continuano il loro percorso amministrativo andando spesso ad alimentare il contenzioso o il magazzino della riscossione.

Imu, il nudo proprietario libera il titolare del diritto di abitazione

Il pagamento dell’Imu effettuato dal nudo proprietario dell’immobile, in luogo del soggetto titolare del diritto di abitazione, libera quest’ultimo dalla pretesa tributaria dell’Amministrazione comunale. È il principio enunciato dalla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Sicilia con la sentenza n. 4939/12/ 2023 che accoglie l’appello proposto dal contribuente.

La Tari si prescrive in 5 anni

La tassa rifiuti si prescrive nel termine di 5 anni. Questa entrata locale è soggetta al termine breve, in deroga alla regola per cui i crediti tributari in via generale sono soggetti alla prescrizione ordinaria decennale. Lo ha chiarito la Corte di cassazione, con l’ordinanza 17234 del 15 giugno 2023.

L’imposta di soggiorno esclude la detrazione

Il comune che gestisce uno stabilimento balneare ad ingresso gratuito, finanziandosi attraverso un’imposta di soggiorno “di scopo” dovuta dai cittadini residenti e dai visitatori indipendentemente dall’utilizzo dell’impianto, non ha diritto alla detrazione dell’Iva sui costi di tale gestione in quanto non effettua prestazioni di servizi verso corrispettivo, elemento essenziale per individuare l’esercizio di un’attività economica agli effetti dell’Iva. Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue nella sentenza 13 luglio 2023, causa C-344/22. Le questioni sollevate dai giudici tedeschi si incentravano essenzialmente sul presupposto soggettivo dell’Iva, come definito dall’art. 9 della direttiva 2006/112/CE, anche alla luce delle speciali disposizioni dell’art. 13 per gli enti pubblici. Nella sentenza, la Corte evidenzia preliminarmente che un’attività può essere qualificata come economica ai sensi dell’art. 9 della direttiva soltanto se corrisponde a una delle operazioni di cui all’art. 2, par. 1, della stessa direttiva, ossia se concretizza la fornitura di prestazioni di servizi a titolo oneroso, integrante il presupposto oggettivo dell’imposta.

Imposta di soggiorno, il portale telematico delle prenotazioni non è responsabile del pagamento

Il semplice intervento della società Booking.it nella procedura di prenotazione negli alberghi non può essere l’elemento sufficiente affinché la stessa società sia ritenuta responsabile del pagamento dell’imposta di soggiorno al Comune. La Corte di cassazione, con l’ordinanza n. 18018/2023, chiarisce che solo chi incassa l’imposta, è chiamato al versamento.

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