tributi news del 12 giugno 2023

I ritardi del fondo di solidarietà 2023 schiacciano la cassa. Alla parte contumace non è precluso l’appello. Lo sgravio parziale non impone un nuovo atto. Riclassamento limitato a variazioni motivate. Ricorso contro estratti di ruolo in casi estremi. Imu, agevolazioni a tutto campo. Acconto IMU 2023: le regole per versamento e ravvedimento. Acconto Imu, dai terreni alle zone alluvionate cinque errori da evitare. Prima casa con due unità non «fuse» in Catasto: spazio all’esenzione Imu. Tari, nuovo stop a sorpresa per agriturismi e magazzini. Servizio idrico, la Pa non deve approvare il piano degli investimenti per garantire l’equilibrio della gestione.

#dirittotributario #imu #tari #canoneunico #accertamento #riscossione #stampaetributi #tommasoventre

**

I ritardi del fondo di solidarietà 2023 schiacciano la cassa

di Elena Brunetto e Patrizia Ruffini

Ancora nessuna notizia sull’acconto del Fondo di solidarietà, che lo scorso anno era stato erogato a fine maggio facendo giungere nelle casse dei Comuni quasi 4,5 miliardi, il 66% dell’importo dovuto. Nel 2022 il Dpcm del 3 maggio era stato registrato alla Corte dei Conti il 20 maggio, mentre per il 2023 manca ancora il decreto di riparto. L’andamento complessivo delle entrate dei Comuni è fisiologicamente rallentato nel primo semestre. Per sopperire agli scostamenti temporali tra entrate e spese nel corso dell’anno, le norme prevedono l’anticipo, entro il 31 marzo, di una quota del gettito Imu, da recuperare sulla prima rata, e il versamento entro maggio della prima quota, pari al 66% del totale, del fondo di solidarietà comunale.

Alla parte contumace non è precluso l’appello

Il deposito di nuovi documenti in appello, previsto dall’art. 58 del dlgs n. 546/92, può provenire anche dalla parte rimasta contumace nel giudizio di primo grado: a quella mancata costituzione non può seguire infatti l’impossibilità della parte di partecipare pienamente al giudizio di secondo grado esercitando le proprie difese. È il principio ripreso dalla Cgt di II grado del Lazio nella sentenza n. 3793/2022 emessa dalla sezione 3 e depositata lo scorso 13 settembre.

Lo sgravio parziale non impone un nuovo atto

A fronte di un provvedimento di sgravio che riduca parzialmente gli importi pretesi da una cartella di pagamento resa oggetto di un avviso di intimazione, resta in piedi, nella parte di debito residua, l’atto principale, non essendo l’ufficio obbligato a emetterne uno nuovo ulteriore. Ha deciso in tal senso, fornendo tale precisazione, la Cgt di II grado del Lazio con la sentenza n. 3906/11/2022 respingendo l’appello di un contribuente dopo che la Ctp di Roma aveva respinto il suo ricorso proposto contro un’intimazione di pagamento derivante da una presupposta cartella in essa contenuta.

Riclassamento limitato a variazioni motivate

L’avviso di accertamento catastale con cui si impongano nuovi valori all’immobile accertato è adeguatamente motivato soltanto se indichi in quali termini il mutato assetto dei valori medi di mercato e catastale, nel contesto delle microzone comunali in precedenza individuate, abbia avuto una ricaduta sulla classe e la rendita del singolo immobile. Sono le osservazioni rese nella sentenza n. 3766/2022 dalla Cgt di II grado del Lazio, depositata lo scorso 12 settembre.

Ricorso contro estratti di ruolo in casi estremi

È inammissibile il ricorso contro l’estratto di ruolo, a meno che il contribuente non dimostri, anche in pendenza di giudizio, di trovarsi in una delle ipotesi eccezionali previste dall’art. 12 comma 4 bis del dpr n. 602/73 in cui un siffatto tipo d’impugnativa, fondata sulla mancata notifica delle cartelle, risulta ancora consentito. Lo ha specificato la sentenza n. 3964/2022 della Cgt di II grado del Lazio del 19 settembre scorso. La vertenza nasceva dall’impugnazione di un estratto di ruolo con cui un contribuente intendeva contestare la mancata notifica di dodici cartelle di pagamento asseritamente mai notificate e contenute nell’estratto di ruolo rilasciatogli dal concessionario.

Imu, agevolazioni a tutto campo

di Sergio Trovato

L’ agricoltore pensionato non paga l’Imu sui terreni. I pensionati, infatti, si considerano coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali se continuano a svolgere la loro attività e sono iscritti nella previdenza agricola. Il trattamento agevolato si estende anche ai familiari coadiuvanti dell’agricoltore. È quanto ha affermato la Corte di cassazione, con la sentenza 13306 del 15 maggio 2023.

Acconto IMU 2023: le regole per versamento e ravvedimento

Girolamo Ielo

Ultimi giorni per il versamento dell’acconto IMU 2023: c’è tempo fino al 16 giugno. L’imposta è dovuta proporzionalmente alla quota e al periodo di possesso dell’immobile; va corrisposta in una, due o (per gli enti non commerciali) tre rate. Il versamento dell’imposta è effettuato tramite modello F24 ovvero apposito bollettino postale. Chi non provvede a versare l’imposta entro le scadenze previste, può regolarizzare la propria posizione avvalendosi del ravvedimento operoso: in tal caso, le sanzioni e gli interessi moratori sono versati unitamente all’imposta dovuta.

Acconto Imu, dai terreni alle zone alluvionate cinque errori da evitare

di Dario Aquaro e Cristiano Dell’Oste

Novità normative, ultime sentenze e interventi post alluvione. Il “solito” appuntamento con l’acconto Imu risente di queste variabili. E impone di fare attenzione ad almeno cinque fonti d’errore. Dal metodo previsionale a quello storico: con la nuova Imu il pagamento del 16 giugno deve fotografare la situazione del primo semestre (ricordando che un periodo di almeno 15 giorni vale come un mese intero).

L’acconto 2023 è sospeso fino al 20 novembre per gli immobili nelle zone colpite dalle alluvioni in Romagna, Marche e Toscana (l’elenco dei Comuni è allegato al decreto legge 61/2023 e comprende città come Ravenna, Forlì, Cesena, Pesaro e Urbino).

Confermata l’esenzione dei circa 19 milioni di abitazioni principali, intese come le case in cui «il soggetto passivo e i componenti del suo nucleo familiare risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente». Non sono esentate, comunque, le prime case di pregio, nelle categorie A/1, A/8 e A/9, che però sono soltanto 69.398 nelle ultime statistiche catastali.

L’Imu va versata anche sui terreni, tranne quelli montani e collinari (individuati dalla vecchia circolare 9/1993) o posseduti e condotti da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali.

Prima casa con due unità non «fuse» in Catasto: spazio all’esenzione Imu

di Luigi Lovecchio

È esente da Imu l’abitazione principale composta da due unità immobiliari, separatamente accatastate e unitariamente utilizzate dal possessore. Ciò perché la disciplina di riferimento richiama un’unica unità immobiliare iscritta o “iscrivibile” in catasto. A dirlo è la Cgt del Piemonte con la sentenza 199/1/2023

Tari, nuovo stop a sorpresa per agriturismi e magazzini

di Pasquale Mirto

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 1° giugno il correttivo rifiuti (Dlgs 23 dicembre 2022 n. 213) di cui avevamo denunciato la scomparsa su queste colonne il 22 maggio. La versione approdata in Gazzetta è molto diversa da quella sottoposta a parere parlamentare, e bollinata con tanto di relazione illustrativa. Si sono apportate modifiche rilevanti, almeno per i Comuni. È sparita la modifica all’articolo 184 del Testo unico ambiente relativa ai rifiuti delle attività agricole, che prevedeva un loro ritorno, sebbene in parte, tra i rifiuti urbani.Anche l’attesa modifica sui magazzini è sparita dai radar. Lo schema del decreto bollinato prevedeva una modifica dell’articolo 184, comma 3, del Tua, con la quale si precisava che sono rifiuti speciali i rifiuti prodotti nell’ambito delle lavorazioni industriali «se diversi» da quelli prodotti nei locali non funzionalmente collegati alle attività produttive di rifiuti speciali, in particolare nelle mense, uffici, servizi, depositi e magazzini.

Servizio idrico, la Pa non deve approvare il piano degli investimenti per garantire l’equilibrio della gestione

di Michele Nico

In tema di investimenti per lo sviluppo della rete idrica con oneri a carico del concessionario, la remunerazione degli interventi mediante l’incremento delle tariffe non ha lo scopo di aumentare il profitto del soggetto gestore, ma serve per sostenere sotto il profilo economico gli importanti investimenti necessari alle infrastrutture. È quanto ha stabilito il Consiglio di Stato, Sezione V, con la sentenza n. 5407/2023.

Check Up Gratuito

Compila il form  e saremo in grado di analizzare la tua situazione e di proporti la nostra assistenza