tributi news del 15 maggio 2023

Il bilancio non blocca aliquote e tariffe. Nel fisco locale l’abuso del diritto costa. La riforma del fisco riscrive lo Statuto del contribuente. Appello, termine breve solo con notifica corretta. Rottamazione quater e mini ruoli, ai Comuni lasciata ampia autonomia. La confisca di immobili blocca l’accertamento. Altro caos Imu per 12mila scuole: Mef ancora contro la Cassazione. Microzone, va motivato bene l’accertamento.

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Il bilancio non blocca aliquote e tariffe

di Elena Brunetto e Patrizia Ruffini

Tutti gli enti locali, anche quelli che hanno già approvato il bilancio, possono modificare aliquote e tariffe, comprese quelle per la Tari, fino al 31 maggio. La proroga della scadenza per l’approvazione del preventivo alla fine di maggio ha, infatti, variato il calendario della programmazione per tutti gli enti. L’articolo 43, comma 11, del Dl 50/2022 ha previsto che il termine per l’approvazione delle tariffe Tari, dei regolamenti e dei piani finanziari è strutturalmente allineato alla scadenza dei preventivi. se è successiva al 30 aprile, mentre rimane al 30 aprile se la scadenza del bilancio è precedente.

Nel fisco locale l’abuso del diritto costa

di più di Gianni Trovati

L’abuso del diritto si fa largo anche fra i tributi locali, e in quel caso il suo accertamento rischia di costare ancora più caro di quel che si verifica per le entrate erariali. La novità arriva dalla sentenza 229/2023 della Ctp di Bologna che stabilisce un principio innovativo nell’esame degli effetti della «concorrenza fiscale» fra diversi territori in Italia. L’abuso del diritto (articolo 10-bis della legge 212/2000) nasce dal fatto che il cuore operativo e le attività di direzione della società sono rimaste nei dintorni di Bologna anche dopo il trasferimento a Nord, dove hanno continuato a riunirsi i consigli di amministrazione e dove è proseguita la registrazione di tutti i mandati dei procuratori. Su questi presupposti, e qui arriva l’aspetto più innovativo e ricco di conseguenze pratiche della sentenza, i giudici tributari non si limitano a promuovere in pieno la richiesta avanzata dall’EmiliaRomagna; ma aggiungono che la Provincia di Trento, avendo «legittimamente incassato le somme versate dalla ricorrente a titolo di tassa automobilistica, in ragione della dichiarazione resa» dalla stessa società, «è e resta estranea al giudizio». Quindi non è chiamata dalla sentenza a restituire i 451.318 euro incassati negli anni.

La riforma del fisco riscrive lo Statuto del contribuente

Legittimo affidamento, interpello, accesso, contraddittorio, invalidità, autotutela e motivazione: su questi aspetti si dovrà focalizzare l’intervento del legislatore delegato, in attuazione dei criteri e delle direttive della legge delega peer la riforma fiscale che prevede la revisione della disciplina dello Statuto dei diritti del contribuente. Da salutare con favore l’approccio partecipato che vi si promuove attraverso la previsione di una interlocuzione con gli ordini professionali, le associazioni di categoria e gli altri enti esponenziali di interessi collettivi, e di un esame delle proposte pervenute attraverso pubbliche consultazioni. Il disegno di legge delega per la riforma fiscale (AC 1038) regola la revisione della legge 27 luglio 2000, n. 212, contenente le disposizioni in materia di Statuto dei Diritti del Contribuente. Anche in questo ambito, la delega sembra rispondere all’esigenza di reagire legislativamente ad alcune prese di posizione della Corte di Cassazione che negli anni hanno via via compresso lo spazio di tutela del contribuente.

Appello, termine breve solo con notifica corretta

Il termine breve di sessanta giorni per proporre appello alla sentenza di primo grado, previsto dall’art. 51 del dlgs n. 546/1992, discende solo da una corretta notifica della sentenza nella sua integralità. Non è, invece, atto idoneo all’applicazione di esso la mera comunicazione del dispositivo della pronuncia. È il principio ripreso dalla Cgt di II grado del Lazio nella sentenza n. 48/2023 emessa dalla sezione 14 e depositata lo scorso 10 gennaio.

Rottamazione quater e mini ruoli, ai Comuni lasciata ampia autonomia

di Luigi Lovecchio

Via libera allo stralcio e alla rottamazione delle ingiunzioni fiscali dei Comuni e dei loro concessionari. Con la modifica apportata alla legge di conversione del “decreto bollette”, in corso di approvazione, si estendono ai Comuni che non si avvalgono di agenzia delle entrate – riscossione le previsioni agevolative relative all’azzeramento dei mini ruoli, di valore non superiore a 1.000 euro, e alla rottamazione quater. Si tratta di una facoltà, non di un obbligo, dunque, da esercitare entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della suddetta legge di conversione. I Comuni avranno peraltro ampi poteri per disciplinare le regole applicative della rottamazione, a partire dalle scadenze di riferimento e dal numero delle rate per il pagamento del dovuto.

La confisca di immobili blocca l’accertamento

Nella ipotesi di perdita della disponibilità dell’immobile per effetto di sequestro e successiva confisca, il contribuente non potrà essere destinatario dell’avviso di accertamento emesso in recupero di maggiori redditi di fabbricati se non sia stata comunicata prima la revoca del provvedimento. Lo ha specificato la Cgt di II grado del Lazio nella sentenza n. 3977/2022, depositata lo scorso 20 settembre.

Altro caos Imu per 12mila scuole: Mef ancora contro la Cassazione

di Pasquale Mirto

Le istruzioni al nuovo modello Imu per gli enti non commerciali emanate con Dm Mef del 4 maggio (Nt+ Enti locali & edilizia del 9 maggio), da utilizzare già per la dichiarazione da presentare entro il 30 giugno per gli anni 2022 e 2021, riprendono essenzialmente, salvo i dovuti aggiornamenti al nuovo quadro normativo, le vecchie istruzioni alla dichiarazione Imu-Tasi Enc, e quindi ripropongono gli stessi problemi derivanti dallo scollamento tra l’interpretazione ministeriale e quella fornita, costantemente, dal giudice di legittimità.

Microzone, va motivato bene l’accertamento

L’avviso di accertamento catastale emesso in maggiorazione della categoria e della classe di un immobile deve essere congruamente motivato se riferito a microzone di appartenenza del bene. L’ufficio è infatti tenuto a specificare se il mutamento è dovuto a una risistemazione dei parametri relativi alla microzona in cui è sito l’immobile e, nel caso, deve indicare l’atto con cui si è provveduto alla revisione dei parametri. È il principio affermato dalla Cgt di II grado del Lazio con la sentenza n. 3778/2022, depositata lo scorso 12 settembre.

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