Tributi News del 07 aprile 2023

La delega fiscale apre al contraddittorio generalizzato. Revoca parziale, ricorsi out. Casa familiare, prevale il diritto dell’ex. Alloggi sociali da assegnare.

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La delega fiscale apre al contraddittorio generalizzato.

Sara Mecca

La questione del contraddittorio endoprocedimentale nel procedimento tributario è sempre stata molto dibattuta in dottrina e in giurisprudenza. Una soluzione definitiva sembrava essere giunta con le sentenze “gemelle” della Cassazione a Sezioni Unite n. 19667 e n. 19668 del 2014, che avevano riconosciuto l’immanenza del contraddittorio al nostro sistema. Tuttavia, le stesse Sezioni Unite con la sentenza n. 24283/2015 hanno riaperto la problematica, trovando la soluzione di confinare la generalizzata obbligatorietà del contraddittorio ai soli tributi armonizzati. Il disegno di legge delega fiscale introduce novità anche per quanto concerne tale aspetto: ne emerge, infatti, una generale spinta verso la semplificazione dell’accertamento tributario, nonché la volontà di rafforzare in maniera sostanziale il principio del contraddittorio preventivo tra fisco e contribuente.

Revoca parziale, ricorsi out.

di Sergio Trovato

E’ inammissibile il ricorso del contribuente contro il provvedimento di revoca parziale di un atto di accertamento emanato dall’amministrazione comunale. In questo caso non viene leso l’interesse del contribuente, poiché gli elementi della pretesa rimangono immutati e non viene a configurarsi una nuova imposizione. All’ente locale non può essere impedito di emanare un provvedimento di annullamento parziale, in autotutela, del credito tributario accertato e di ridurre il quantum richiesto. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con la sentenza 8226 del 22 marzo 2023.

Casa familiare, prevale il diritto dell’ex.

Andrea Giglioli

Con l’avvento della cd. “nuova Imu” (dal 2020), l’art. 1, c. 741, lettera c), punto 4), legge n. 160/2019, conferma la particolarità dell’assimilazione all’abitazione principale per gli alloggi occupati da soggetti in crisi coniugale, ma il particolare regime non è più riservato agli ex coniugi, in genere, bensì limitato solo per i genitori affidatari dei figli. Con la Circolare n. 1/Df del 18/03/2020, al punto 2, il Mef ribadisce che, ai fini della costituzione del diritto di abitazione, si prescinde dalle questioni inerenti la proprietà dell’alloggio in capo ai genitori o ad altri soggetti (ad esempio i nonni). Si conferma, così, quanto già espresso nella Risoluzione del 2013. Nell’ordinanza n. 6545 del 03/03/2023, la Corte di Cassazione esamina un caso inerente l’alloggio assegnato dal giudice, sebbene di proprietà di terzi (comodanti), e per il quale si applica il testo normativo vigente sino al 31/12/2019, e chiarisce che dal tenore letterale della norma, emerge che il diritto di abitazione dovrebbe prevalere in tutte le ipotesi di assegnazione della casa coniugale al coniuge, in quanto il legislatore ha esplicitamente utilizzato l’espressione “in ogni caso”.

Alloggi sociali da assegnare.

di Massimo Migliorisi

Con risoluzione n. 2/DF del 20 marzo 2023 se, per godere dell’esclusione Imu, l’alloggio deve risultare effettivamente assegnato sulla base di un contratto di locazione, oppure se rientra nell’agevolazione anche l’alloggio temporaneamente non locato per un evento indipendente dalla volontà del proprietario. In subordine, se l’esclusione è applicabile almeno per il tempo necessario al compimento delle operazioni di natura “tecnico-amministrativa” necessarie per individuare l’assegnatario (nell’ipotesi di fabbricati costruiti o acquistati) o il nuovo assegnatario (nell’ipotesi di abitazioni lasciate sfitte dal precedente assegnatario), sei mesi in via orientativa. Mentre sul primo punto il ministero ha assunto una posizione rigorosa, ritenendo necessaria la residenza anagrafica e la dimora abituale dell’assegnatario, sulla seconda questione, ammette l’estensione dell’agevolazione anche nel periodo necessario per l’adempimento del procedimento per l’assegnazione dell’alloggio, quantificandolo in 4/6 mesi e rimettendo la decisione al Comune, con il proprio regolamento. Più ragionevole appare l’ultimo suggerimento della risoluzione, cioè prevedere un’aliquota ridotta per gli alloggi non assegnati temporaneamente per effetto dei necessari adempimenti burocratici, poiché lo svolgimento delle stesse garantisce necessariamente e indirettamente la finalità di housing sociale voluta dal Legislatore.

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