Tributi news del 14 marzo 2023

Dieci miliardi in campo per la svolta digitale dei servizi della Pa. Nuova riforma dei tributi locali con la delega fiscale. Nuovo Fisco, addio al ruolo Riscossione con più poteri. Con le notifiche le liti fiscali tornano a volare. Niente casa familiare se i figli vivono altrove o sono indipendenti. Rifiuti, raccolta a rischio

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Dieci miliardi in campo per la svolta digitale dei servizi della Pa

L’Italia viaggia su un binario preciso per una piena trasformazione digitale della pubblica amministrazione (Pa). Di recente ha raggiunto traguardi promettenti, ma più avanti sul percorso si profilano alcune incertezze. Il Governo affronta una triplice sfida: raggiungere i già difficili obiettivi Pnrr 2023-2026 per la Pa digitale, al contempo attuare alcuni ritocchi del piano stabilito nella precedente legislatura (come ha dichiarato di voler fare), senza – per giunta – alterare delicati equilibri nel rapporto con il mercato tecnologico. Un’analisi che traspare nel rapporto 2023 dell’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano.

Nuova riforma dei tributi locali con la delega fiscale

Il disegno di legge di delega fiscale recentemente presentato, interviene anche sulla fiscalità locale, prevedendo un nuovo sistema fiscale per Comuni, Provincie e Città metropolitane. I punti cardine della riforma sono incentranti sul consolidamento dell’autonomia finanziaria e sulla piena attuazione del federalismo fiscale, fino a toccare la disciplina dei tributi locali, l’incentivazione dell’adempimento spontaneo, la riforma del sistema sanzionatorio e, infine, la piena assegnazione del gettito Imu ai Comuni.

Nuovo Fisco, addio al ruolo Riscossione con più poteri

Una riscossione più veloce ma anche più aggressiva. La delega fiscale gioca la carta di un iter più rapido per i recuperi e con più poteri sull’esecutività degli atti e sulla possibilità di procedere a ipoteche e pignoramenti, soprattutto presso terzi ossia sui conti correnti dei contribuenti. Allo stesso tempo per consentire i pagamenti la delega promette di estendere la chance della dilazione extra large fino a 120 rate, in pratica in dieci anni. Ma non solo, perché spunta anche un’accelerazione dei tempi della “restituzione al mittente”, ossia gli enti creditori, per gli importi che non hanno possibilità di essere riscossi. Cambia il rapporto tra Fisco e contribuente. Quest’ultimo è il garante coobbligato nella realizzazione dell’interesse fiscale costituzionalmente inteso. La condivisione della funzione impositiva può ridurre il cosiddetto tax gap, attualmente abnorme, perché non esiste alcuna collaborazione tra Fisco e contribuente, entrambi coinvolti in una relazione obbligatoria soggettiva autenticamente “diarchica”, per richiamare un concetto caro a Feliciano Benvenuti.

Con le notifiche le liti fiscali tornano a volare

Vola il contenzioso tributario. Le controversie complessivamente pervenute al 31 dicembre 2022 alle Corti di giustizia di primo e secondo grado sono state 187.023, con un significativo aumento del 55% rispetto all’anno precedente quando erano state 120.511. Ma è il primo grado a trainare il boom di ricorsi: 145.972 rispetto ai 77.556 del 2021. Un incremento del 90% circa dovuto alla ripresa della notifica degli atti d’accertamento sospesi a causa del Covid. I dati – anticipati dal Sole 24 Ore del Lunedì del 16 gennaio scorso – saranno illustrati questa mattina all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria.

La giustizia digitale è più cara

La giustizia in digitale crea più problemi che soluzioni e dallo stesso ministero arrivano indicazioni contradditorie. In particolare, in merito al pagamento dei diritti di copia tramite PagoPa, che è definito obbligatorio dalla direzione generale per i sistemi informativi (Dgsia) del ministero della giustizia e facoltativo dal dipartimento per gli affari di giustizia (Dag) del dicastero. Lanciano l’allarme le associazioni degli avvocati, che lamentano anche un aumento dei costi e delle difficoltà burocratiche.

Niente casa familiare se i figli vivono altrove o sono indipendenti

Niente casa familiare per il genitore separato o divorziato, se i figli adulti vivono altrove o sono redditualmente indipendenti. L’esigenza di garantire ai figli la conservazione dell’ambiente domestico, infatti, cade con il raggiungimento dell’autonomia. Ciò, a prescindere dal bisogno del genitore economicamente più debole che potrà contare solo sull’assegno di mantenimento. Lo ricorda il Tribunale di Como con sentenza 902 del 13 settembre 2022.

Rifiuti, raccolta a rischio

Dopo i comuni è la volta delle imprese. Le aziende che effettuano la raccolta e il trattamento dei rifiuti urbani lanciano l’allarme per l’impatto dell’inflazione sui costi di gestione e avvertono: in assenza di interventi c’è il rischio reale di interruzione del servizio. Dopo Anci e Ifel anche Assoambiente, l’Associazione che rappresenta le imprese che operano nel settore dell’igiene urbana, riciclo, recupero, economia circolare, bonifiche e smaltimento di rifiuti, chiama in causa l’Arera e chiede un intervento immediato perché il metodo tariffario rifiuti dell’Autorità ad oggi non prevede per il 2023 un adeguamento dei costi operativi sostenuti dalle imprese per l’aumento dell’inflazione. Di qui la necessità di un provvedimento “straordinario” di riapertura del Pef (Piani economici e finanziari) 2023 che preveda l’adeguamento del tasso di inflazione.

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