Tributi News del 06 Marzo 2023

P.a. digitali, si va in accelerata. Tregua fiscale, incognita sui 9 mesi di sospensione per i contenziosi locali. L’invalidità della Pec è da eccepire subito. Limiti alla eccezione di prescrizione. Ici di Chiesa e no profit, la Ue torna alla carica sugli arretrati. Casa parrocchiale senza Imu se è pertinenza.

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P.a. digitali, si va in accelerata.

di Fabrizio Milazzo

Il Pnrr italiano destina alla digitalizzazione dei servizi pubblici 11,7 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto alla Germania e più di quattro volte le risorse messe in cantiere per la p.a. dalla Francia (2,6 miliardi). Tutti i piani nazionali, in particolare, prevedono misure per lo sviluppo di infrastrutture cloud per favorire la gestione dei dati e l’accesso ai servizi pubblici da parte di cittadini e aziende. A rilevarlo è lo studio “Addressing the challenges of the digital transition in national Recovery and resilience plans” (ossia “Affrontare le sfide della transizione digitale nei Piani nazionali di ripresa e resilienza”), realizzato dal team di ricerca dell’Istituto per la Competitività (I-Com) per la Commissione per i problemi economici e monetari (Econ) del Parlamento europeo sullo stato d’attuazione dei piani di ripresa e resilienza degli stati membri in ambito digitale. Promuovere i servizi pubblici online. La transizione digitale rappresenta una priorità nelle politiche europee, nel report di I-Com, l’Italia riserva alla transizione quasi un terzo dei fondi del Pnrr (26,7%) ma si posiziona al primo posto per investimenti in termini assoluti con 27 miliardi di euro.

Tregua fiscale, incognita sui 9 mesi di sospensione per i contenziosi locali.

di Pasquale Mirto

Con la conversione in legge del decreto Milleproroghe si definisce il quadro per la definizione delle liti comunali, anche se rimangono alcune incertezze di rilievo. I Comuni avranno tempo fino al 31 marzo per assumere le loro decisioni. I tecnici dovranno effettuare la ricognizione del contenzioso pendente al 1° gennaio 2023 e verificare, sulla base della situazione a quella data, che cosà comporterà la definizione in termini di minori entrate. Il risultato dipende dallo stato in cui si trova il ricorso. Tre di questi – su definizione delle liti pendenti, conciliazione agevolata e accordo transattivo – attengono al contenzioso, e il Comune può decidere di applicarli tutti o in parte al proprio contenzioso. Ma la discrezionalità si ferma qui, perché poi le regole delle singole definizioni sono stabilite dalla norma statale, e non possono essere derogate dai Comuni salvo che per le necessarie Tregua fiscale, incognita sui 9 mesi di sospensione per i contenziosi locali di Pasquale Mirto Fisco e contabilità 06 Marzo 2023 Il Sole 24 ORE aderisce a P.I. 00777910159 © Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati ISSN 2724-203X – Norme & Tributi plus Enti Locali & Edilizia [https://ntplusentilocaliedilizia.ilsole24ore.com] operazioni di adattamento ai tributi comunali considerato che si tratta di norme scritte per le entrate erariali.

L’invalidità della Pec è da eccepire subito.

Nella ipotesi di notifica Pec di atti impositivi da un indirizzo non contenuto nei registri Ipa e non riconducibile al domicilio digitale ufficiale dell’Agenzia delle entrate Riscossione, tale invalidità andrà eccepita già in primo grado, non potendo costituire di per sé, a pena di inammissibilità, valido motivo proposto per la prima volta solo in appello. Lo ha specificato la Ctr del Lazio nella sentenza n. 2762/10/2022, depositata lo scorso 14 giugno.

Limiti alla eccezione di prescrizione

La regolarità delle notifiche di cartelle di pagamento presupposte a un estratto ruolo o a un altro atto successivo impugnato dal contribuente preclude a quest’ultimo di eccepirne la prescrizione, che andava rilevata contro il primo atto correttamente notificato. È il chiarimento reso dalla Ctr del Lazio con la sentenza n. 1813/02/2022 depositata lo scorso 20 aprile.

Ici di Chiesa e no profit, la Ue torna alla carica sugli arretrati.

di Marco Mobili e Gianni Trovati

La commissione europea chiede all’Italia di recuperare l’Ici non pagata dalla Chiesa e dal Terzo dal 2006 al 2011. O almeno di provarci, in particolare quando gli importi in gioco superano i 200mila euro in tre anni. Secondo le stime, in discussione c’è una somma fra i 4 e i 5 miliardi di euro. Ma è un calcolo teorico, verosimilmente destinato a rimanere tale. L’Italia ha sostenuto (correttamente) di essersi allineata alle regole comunitarie, ma ha precisato anche che non sarebbe stato possibile far risalire indietro nel tempo l’applicazione dei nuovi parametri perché le modalità di utilizzo degli immobili sono state autodichiarate con il modello attuativo della riforma e le banche dati fiscali non contengono informazioni in grado di far luce sul passato. Nelle sue indicazioni, l’Esecutivo comunitario precisa che questo ritorno al passato esclude le attività «non economiche» (non si paga su chiese, oratori e così via) o le esenzioni che rientrano nel tetto del «de minimis» (i 200mila euro in tre anni). E ha indicato una possibile via nell’integrazione dei dati raccolti con i modelli dichiarativi, anche attraverso la via dell’autodichiarazioni. Facile a dirsi. Molto meno a farsi.

Casa parrocchiale senza Imu se è pertinenza.

L’assenza di un legame effettivo che permetta di considerare pertinenza una casa canonica annessa alla chiesa parrocchiale non consente di applicarvi l’esenzione Imu prevista per gli edifici e luoghi di culto. Sono le osservazioni rassegnate dalla Corte di giustizia tributaria di I grado di Como con la sentenza n. 206/2/2022, depositata lo scorso 10 ottobre.

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