tributi news del 06 febbraio 2023

È sprint sulla digitalizzazione. Milleproroghe, la tregua fiscale locale si allarga alla definizione delle liti. Avvocati: troppe ombre sulla giustizia tributaria. Tributi locali, sanzioni unificate. Paletti al ricorso contro l’intimazione. Stop notifica senza spiegazioni. Se lo scopo è raggiunto la notifica nulla è sanata. Imu, incognita tempi sulla dichiarazione tardiva. Imposta pubblicitaria commisurata al mezzo. Gli affidamenti sprint peggiorano i servizi locali.

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È sprint sulla digitalizzazione

di Fabrizio Milazzo

L’Italia è il paese più avanti in Europa nella realizzazione degli interventi previsti nel Pnrr per la trasformazione digitale, avendo già completato il 17% di milestone e target dedicati, contro il 10% di Spagna e Francia e lo zero di 15 paesi tra cui la Germania. Una bella scommessa da vincere, considerato che il Piano nazionale di ripresa e resilienza mette a disposizione risorse complessive per 48 miliardi di euro per la digitalizzazione: il 37% di tutte le risorse europee per il digitale inserite nel Next Generation Eu. Molto più di quanto spenderanno altri Paesi. A evidenziarlo sono i dati contenuti nella ricerca dell’osservatorio Agenda digitale della School of Management del Politecnico di Milano. «Per l’Italia digitale, questa è la più importante chiamata della storia moderna: dobbiamo rispondere in modo rapido, compatto e ordinato», commenta Alessandro Perego, direttore scientifico degli osservatori Digital innovation, «ora è necessario tradurre in realtà le ambizioni del Pnrr, portando a termine nei tempi previsti gli interventi di digitalizzazione e accelerando sugli ambiti più critici, come lo sviluppo di competenze digitali tra la popolazione».

Milleproroghe, la tregua fiscale locale si allarga alla definizione delle liti

di Pasquale Mirto

L’emendamento del Governo alla legge di conversione del Milleproroghe anticipato giovedì scorso da Nt+ Enti locali & edilizia reca una serie di misure volte, da un lato, a chiarire l’ambito di applicazione delle misure stabilite dalla legge di Bilancio 2023 e, dall’altro lato, ad ampliare le facoltà dei Comuni, sia nella definizione delle liti pendenti sia nella rottamazione delle cartelle. La prima modifica riguarda la delibera con la quale il Comune può decidere, entro il 31 marzo, di applicare le norme sulla definizione delle controversie tributarie anche alle proprie liti. Nell’emendamento si precisa che la delibera diventa efficace con la pubblicazione sul sito istituzionale dell’ente, anche se dovrà essere trasmessa al Mef, «ai soli fini statistici», entro il 30 aprile. Si conferma, implicitamente, che si tratta di delibera regolamentare e che comunque l’invio al dipartimento delle Finanze è necessario.

Avvocati: troppe ombre sulla giustizia tributaria

L’Unione nazionale delle Camere degli avvocati tributaristi (Uncat) a congresso venerdì e sabato a Firenze. Focus sulla riforma della giustizia tributaria, la legge 130/22. «Sulla riforma la resistenza al nuovo è stata fortissima da parte dei giudici tributari. L’accesso al pubblico concorso per diventare magistrati tributari ai laureati in economia, da un lato, e il mantenimento dello ius postulandi a categorie diverse dall’avvocatura, ha minato le fondamenta della quinta giurisdizione prima ancora che sorgesse», ha detto il presidente Uncat, Antonio Damascelli. Di positivo, nella riforma, c’è la previsione del giudice professionale, a tempo pieno, inserito per concorso nella giurisdizione tributaria. «Una norma – ha rivendicato Damascelli – che abbiamo voluto, preteso, conquistato con la forza della ragione e della volontà».

Tributi locali, sanzioni unificate

di Sergio Trovato

Il contribuente che non presenta la dichiarazione Imu e Tari per più annualità deve essere assoggettato a una sola sanzione, trattandosi di violazioni della stessa indole ripetute per diversi periodi d’imposta. Le violazioni vanno contestate per ogni annualità, anche se l’obbligo dichiarativo è unico, ma al soggetto passivo del tributo deve essere irrogata una sola sanzione con gli aumenti previsti dalla legge. È quanto ha affermato la Corte di cassazione, con la sentenza 998 del 16 gennaio 2023. Per i giudici di legittimità, in presenza della continuazione nell’illecito tributario il cumulo giuridico delle sanzioni è obbligatorio e non facoltativo, anche per i tributi locali. Dunque, la ripetizione in un intervallo quinquennale della violazione di omessa dichiarazione “è idonea a configurare il vincolo della continuazione tra le singole omissioni ed è vincolante per l’ente impositore ai fini del trattamento sanzionatorio”.

Paletti al ricorso contro l’intimazione

La rituale notifica di un’intimazione di pagamento portante le medesime cartelle esattoriali, poi confluite in una nuova intimazione impugnata in via principale dal contribuente che ne eccepisca l’omessa notifica, preclude tale tipo di impugnativa, che andava in realtà proposta, nei termini di cui all’art. 21 del dlgs n. 546/92, contro il primo atto correttamente notificato. Sono le osservazioni che hanno portato la Cgt di Frosinone (presidente relatore Costantino Ferrara), con sentenza n. 565/2022 depositata lo scorso 5 dicembre, a respingere il ricorso di una società proposto avverso un’intimazione di pagamento e cartelle sottese.

Stop notifica senza spiegazioni

di Dario Ferrara

Nulla. Non vale la notifica effettuata con il deposito dell’atto presso la casa comunale se l’ufficiale giudiziario non spiega nella relata quali ricerche ha compiuto per trovare il destinatario irreperibile. Né indica le fonti informative dalle quali ha stabilito che non è possibile rintracciare in alcun modo la persona interessata. La procedura ex articolo 143 Cpc, infatti, risulta valida se il mittente non può superare la mancata conoscenza di residenza, domicilio o dimora del destinatario attraverso indagini che si possono svolgere nel caso concreto con l’ordinaria diligenza. È quanto emerge dall’ordinanza 1176/23, pubblicata il 17 gennaio dalla sesta sezione civile della Cassazione.

Se lo scopo è raggiunto la notifica nulla è sanata

L’impugnazione di un atto notificato a mezzo di una Pec non iscritta nei pubblici elenchi sana (ex articolo 156 del c.p.c.) la nullità della notifica per raggiungimento dello scopo. Lo ha stabilito la sezione sesta della Cassazione nell’ordinanza n. 1702/2023 del 19 gennaio scorso. La vertenza riguarda un ricorso introduttivo proposto contro un preavviso di iscrizione ipotecaria la cui notifica era proveniente da una Pec non iscritta nei pubblici elenchi. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello di Perugia avevano rigettato il ricorso della società; le Corti di merito avevano escluso l’inesistenza della notifica, in quanto, nella specie, non trovava applicazione l’art. 3 bis della l. n. 53 del 1994 bensì l’art. 26 del dpr n. 602 del 1973, che contempla unicamente il requisito della casella Pec del destinatario e non già di quella del mittente (non potendosi neppure concordare sulla tesi della incertezza soggettiva del mittente, considerato che l’azione era stata correttamente promossa nei confronti dell’Agenzia delle entrate).

Imu, incognita tempi sulla dichiarazione tardiva

di Pasquale Mirto

Il Mef si adegua ai principi enunciati dalla Cassazione sull’obbligo di presentazione della dichiarazione Imu. È nota la tendenza del Mef a limitare i casi di presentazione della dichiarazione, perché il Comune può verificare altrimenti le condizioni che agevolano il contribuente come il possesso di un’abitazione principale o la locazione a canone concordato, anche se la normativa esonera espressamente dall’obbligo dichiarativo solo nel caso di dati desumibili dalla banca dati catastale e dal Mui. Insomma il Comune, prima di emettere un accertamento, non deve operare solo sulla sua banca dati Imu, ma verificare tutte le altre banche dati cui può accedere. L’attività di liquidazione dell’imposta sulla base di quanto dichiarato allora diventa prerogativa solo dell’Erario. Ma la Cassazione sostiene invece che l’ente impositore è esonerato dall’onere di accertamento degli eventi che giovino al contribuente a cui, in assenza di denuncia non surrogabile, non può essere riconosciuto alcun beneficio (n. 15419/2021). Basta guardare alle sentenze sulla mancata dichiarazione Tari per la detassazione delle superfici produttive di rifiuti speciali (da ultimo, n. 2623/2023), o per le aree pertinenziali (n. 37929/2022).

Imposta pubblicitaria commisurata al mezzo

L’ente locale può assoggettare all’imposta comunale sulla pubblicità una installazione pubblicitaria che informi il pubblico dell’attività attraverso l’utilizzo di mezzi pubblicitari provvisti di due facciate liquidandovi il tributo con l’applicazione dei criteri e delle percentuali valide ad assoggettare impianti polifacciali. È il canone adottato dalla Cgt di secondo grado del Lazio nella sentenza n. 4294/2022 emessa dalla sezione 14 e depositata lo scorso 4 ottobre

Gli affidamenti sprint peggiorano i servizi locali

Gli effetti degli affidamenti di breve durata, anche di quelli stipulati mediante procedura competitiva, sono sotto gli occhi di tutti: nessun investimento, pochissima lungimiranza nelle scelte gestionali e sostanziale gracilità delle società, dato che un contratto a breve fornisce poche prospettive anche in termini di bancabilità. Prospettare come obiettivo la diminuzione degli anni di affidamenti dunque non convince. Il decreto di riordino dei servizi pubblici locali comunque esegue quanto previsto nella delega, individuando, per i servizi non a rete, una durata ordinaria di 5 anni. Il limite riguarda i soli servizi pubblici locali e non interviene sugli strumentali.

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