Tributi News del 02 Novrembre 2022

Giudici dipendenti dal Mef, processo tributario alla Consulta. Giudici tributari in conflitto. Calamità naturali, il Comune in prima linea a sostegno dei cittadini. La Consulta non concede l’esenzione Imu per le seconde case. Imu dei coniugi, ravvedimento rimborsabile. Fabbricati in comodato gratuito, scelta ai comuni. Il trustee paga la Tasi sugli immobili del trust. Comuni e restituzione dell’Imu. Enti, esenzione Imu vincolata. Interessi motivati dal rinvio alle norme.

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Giudici dipendenti dal Mef, processo tributario alla Consulta.

di Maria Carla De Cesari

La legge 130/22, che ha riformato il processo tributario, è stata sottoposta al giudizio della Corte costituzionale con l’ordinanza 408/22, depositata il 31 ottobre, della Corte di giustizia tributaria di primo grado di Venezia (presidente Giuseppe Caracciolo, relatore Giuseppe Primicerio). Il rinvio alla Corte costituzionale avviene per «l’accentuazione del rapporto di dipendenza dei giudici tributari dal ministero dell’Economia e delle Finanze, titolare sostanziale dell’interesse oggetto delle controversie tributarie» determinata dalla legge 130/22 che ha modificato il decreto legislativo 545/92. Il contrasto – proclama la Corte – è rispetto ai principi costituzionalmente garantiti dell’indipendenza e dell’imparzialità dei giudici: una situazione peggiorativa rispetto all’assetto normativo preesistente «che già appariva idoneo a pregiudicare la garanzia dei ridetti fondamentali principi in materia di giurisdizione». Sono questi i passaggi-chiave dell’ordinanza che è la prima a contestare e a sottoporre alla Consulta le nuove norme sul processo tributario. Proprio il mancato rispetto del principio di autonomia e indipendenza aveva sollevato la protesta e alimentato lo sciopero dei magistrati tributari aderenti all’Amt (Associazione magistrati tributari) e alle principali sigle sindacali dei commercialisti.

Giudici tributari in conflitto.

di Cristina Bartelli

Indipendenza del giudice tributario a rischio. E la legge di riforma della giustizia tributaria finisce davanti alla Corte costituzionale. La Corte di giustizia tributaria del Veneto con la corposa (43 pagine) ordinanza n.408 depositata il 31 ottobre 2022 (si veda altro articolo in pagina) ha bloccato il contenzioso pendente su avvisi di accertamento Iva e ha rimesso alla Corte costituzionale l’impianto della nuova legge di riforma di giustizia tributaria (l. 130/22). Il presidente firmatario, Giuseppe Caracciolo, ritiene di non poter adottare alcuna decisione nella controversia senza avere prima sottoposto alla Corte costituzionale la questione di legittimità di gran parte delle disposizioni che disciplinano l’ordinamento giudiziario tributario così come sono state di recente novellate a mezzo della legge n.130 dell’1/9/2022.

Calamità naturali, il Comune in prima linea a sostegno dei cittadini.

di Massimo Migliorisi

Il comma 777 della legge 160/2019, che disciplina la cosiddetta nuova Imu, prevede che con regolamento, si possano differire le scadenze dei versamenti, in situazioni particolari. Sicuramente un evento naturale straordinario nefasto può essere il presupposto per una delibera comunale di differimento delle scadenze ordinarie del 16 giugno e del 16 dicembre. Sempre relativamente all’Imu, la norma permette di differenziare, e anche azzerare, le aliquote con una ampia discrezionalità, almeno finché non verrà approvato il decreto ministeriale di cui al comma 756 della legge 160/2019, che, come noto, limiterà, per quanto riguarda la manovra tariffaria, il potere regolamentare.

Per quanto riguarda la tassa sui rifiuti, giova ricordare il momento in cui si verifica il presupposto per la sua applicazione: il comma 641 della legge 147/2013 stabilisce che il locale deve trovarsi nelle condizioni di utilizzabilità, cioè essere in grado potenzialmente di produrre rifiuto.

Il comune può inoltre agire, in via regolamentare, con l’introduzione di agevolazioni di natura economico sociale, per effetto di quanto disposto dal comma 660 dell’articolo 1 della legge 147/2013. In questo caso il minor gettito va finanziato con le risorse di bilancio.

In conclusione, considerato che i danni cagionati da un alluvione, da un terremoto, ecc, sono duraturi nel tempo, è più che mai importante che un’amministrazione comunale, per l’immediato futuro, preferibilmente entro il 31 dicembre, predisponga e approvi, le misure regolamentari e tariffarie su riportate e necessarie per azionare le leve fiscali.

La Consulta non concede l’esenzione Imu per le seconde case. Imu dei coniugi, ravvedimento rimborsabile.

di Enrico De Mita

La Corte è stata chiara: né per una finalità antielusiva poteva essere difesa la norma violativa della Costituzione, né, deformando l’applicazione della declaratoria di incostituzionalità, si può inventare un diritto al rimborso generalizzato, come se fossero prime case tutte le cosiddette “seconde case”, che si troveranno – verosimilmente – al lago, al mare, in montagna o in campagna.

La riforma del processo tributario responsabilizza in modo chiaro gli attori della funzione impositiva, tra i quali rientra il contribuente cui spetta l’onere probatorio e motivazionale di « fornire le ragioni della richiesta di rimborso, quando non sia conseguente al pagamento di somme oggetto di accertamenti impugnati».

I contribuenti e i loro consulenti non possono cadere nell’errore di invocare il diritto “apparente” o peggio il diritto non letto, prima ancora che non scritto.

Imu dei coniugi, ravvedimento rimborsabile.

di Pasquale Mirto

Un’ipotesi che si sta rilevando frequente è quella in cui il contribuente, spontaneamente o su invito del Comune, ha effettuato il ravvedimento operoso. Si pone il dubbio se sia possibile chiedere il rimborso di quanto versato e non dovuto sulla base dell’arresto della Consulta. Sul punto si ritiene che il rimborso dell’imposta debba considerarsi dovuto (Cassazione 23177/2010), mentre incertezze vi sono in merito alle sanzioni (Cassazione 6108/2018), sebbene la sopravvenuta dichiarazione di illegittimità delle norme alla base del filone giurisprudenziale di legittimità che ha innescato i recuperi da parte dei Comuni, o i versamenti tramite ravvedimento operoso, giustificherebbe appieno la restituzione delle sanzioni.

Fabbricati in comodato gratuito, scelta ai comuni.

Le amministrazioni comunali possono estendere l’esenzione dal pagamento dell’imposta municipale ai fabbricati dati in comodato gratuito, registrato, agli enti non commerciali, utilizzati esclusivamente per lo svolgimento delle attività elencate dalla norma di legge. Le attività, però, devono rientrare negli scopi statutari degli enti beneficiari. Per avere diritto al beneficio è richiesta, secondo l’Ifel (Istituto di finanza locale dell’Anci), la presentazione di una comunicazione redatta su modello predisposto dal comune che va presentato, a pena di decadenza, entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui si verificano i presupposti per l’esenzione, vale a dire entro il termine ordinario per la presentazione della dichiarazione Imu.

Il trustee paga la Tasi sugli immobili del trust.

di Simone Buffoni e Damiano Tomassini

La qualità di soggetto passivo ai fini Tasi non è attribuita al trust, bensì al trustee. È fatta salva, in ogni caso, l’autonomia delle parti di prevedere, chi deve sostenere, in termini sostanziali, l’onere economico delle imposte e in che misura il trustee può rivalersi delle spese sostenute per l’amministrazione. È questo il principio espresso dalla Ctp di Roma (presidente e relatore Pia Rita Papa) nella sentenza 8064/21/2022.

Comuni e restituzione dell’Imu.

di Corrado Sforza Fogliani

Per ottenere la restituzione delle somme Imu indebitamente corrisposte, gli interessati devono presentare apposita istanza di rimborso al competente comune entro cinque anni da quando è stato effettuato il versamento o da quando è sorto il diritto alla restituzione. Confedilizia ha istituito appositi sportelli rimborso in ogni provincia, ma è auspicabile che i comuni non trattino i cittadini come sudditi e almeno in questo caso diano prova di civiltà, restituendo spontaneamente le somme maltolte.

Enti, esenzione Imu vincolata.

di Sergio Trovato

Non può essere riconosciuta l’esenzione dal pagamento dell’imposta municipale a un ente non profit se l’immobile non viene effettivamente utilizzato. Se il complesso immobiliare per cui viene preteso il diritto a fruire del beneficio fiscale ha formato oggetto di trattative per la sua cessione o di contratti preliminari di vendita, questo dimostra il venir meno della sua funzione strumentale. Il regime di favore può essere riconosciuto solo per il periodo dell’anno durante il quale sussiste la destinazione dell’immobile per l’esercizio delle attività elencate dalla norma di legge, con modalità non commerciale. Lo ha chiarito la Corte di cassazione, con la sentenza 27242 del 15 settembre 2022.

Interessi motivati dal rinvio alle norme.

Posto che è rispetto alla cartella di pagamento che vanno opposte le contestazioni inerenti al calcolo degli interessi di mora sulle somme iscritte a ruolo, la motivazione sugli stessi sarà chiara laddove nell’atto l’Agente della Riscossione richiami l’art. 30 del dpr n. 602/73, che ne detta il criterio di calcolo. È il canone stabilito nella sentenza n. 1837/06/2022 emessa dalla Ctr del Lazio e depositata lo scorso 26 aprile

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